Lo attestano 21mila
segnalazioni pervenute in un anno al
Tribunale dei diritti del malato. Liste di attesa che arrivano a due anni,
ticket sempre più salati (il 30% degli assistiti dichiara di non farcela a
pagare visite
e analisi) e/o ticket più alti delle tariffe dei privati (che spesso
sono gli stessi medici pubblici indisponibili). Negli
ospedali personale ridotto all’osso. Ai pronto soccorso, per ora pubblici, le attese sono infinite. Macchinari
obsoleti, igiene scarsa, dalle sale operatorie è frequente uscire con infezioni. Da parte loro, i medici di famiglia lesinano le
prescrizioni di farmaci e analisi… per ridurre gli sprechi.
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