Chi manda i figli a scuola pubblica deve sapere che avranno compagni con
disabilità, e che dovrà farsene carico, perché i suoi figli faranno delle domande cui si dovrà rispondere in maniera corretta. E chi lavora nella
scuola deve entrare nell’ordine di idee che il collega di sostegno è un
insegnante della classe e non il “guardiano di un alunno”. E nemmeno la graduatoria del sostegno può più essere considerata solo come una “porta sul mondo del lavoro”» (
continua...)
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