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| Nulla di nuovo tra Tanaro e Bormida  | 
Nel 
libro, coincidente il giudizio sulla “
alessandrinità” del Palazzo di Giustizia.  A pagina 4 ci eravamo posti la 
domanda:  “…E, quale emblematico epicentro giudiziario del libro, abbiamo scelto 
Alessandria,
 che non si è fatta mancare nulla: amianto, nucleare, chimica, tav, 
smog; quasi a voler  smentire l’abusata definizione del concittadino 
Umberto Eco, “Nulla di nuovo tra il Tanaro e il Bormida”, che irride il motto papalino sullo stemma del 
municipio “Deprimit elatos levat Alexandria stratos”, Alessandria umilia i superbi ed esalta gli umili. Le 
sentenze 2015
 Solvay, Michelin, Ilva, smog, Nucleare avranno confermato il luogo 
comune dell’autorevole semiologo oppure la dedica donata nove secoli 
prima dall’autoritario papa 
Alessandro III ?” La risposta è arrivata a pagina 375. D’altronde Eco non si è neppure fatto 
seppellire ad Alessandria, di cui apprezzava solo la tradizionale “
bellecalda”, una farinata di ceci.  
 
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