mercoledì 14 settembre 2016

La studentessa condannata per aver fatto ricerca antropologica sul movimento NO TAV "partecipando in modo moralmente attivo ad alcune azioni giudicate illegali".

E' in atto un pesante tentativo di isolamento e annichilimento dei movimenti antagonisti che propongono un modello alternativo e sostenibile di vita sul territorio. Perciò si deve parlare sempre di più di NO TAV in ambito accademico, senza cedere alle intimidazioni e alla repressione. Clicca qui un documento universitario a sostegno della libertà di espressione e ricerca scientifica.

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