domenica 17 novembre 2013

Al processo Solvay tempo di favole. C’era una volta un direttore che non aveva visto scheletri negli armadi e che pasteggia con acqua al cromo e solventi.

Il direttore Stefano Bigini, senza obbligo di giuramento e soprattutto senza pudore, sgusciando come una anguilla dal pressing del PM, può canzonare la Corte d’Assise: “se si rispetta la legge, nessuna acqua è potabile in Italia”; “a Castelletto d’Orba imbottigliano acqua al cromo”; “la nostra acqua al cromo serviva solo per fare la doccia agli operai”; “cromo e altri 20 veleni che stanno colando nelle falde acquifere, risalgono agli anni ‘40”; “basta un telone di copertura e l’erbetta per mettere in sicurezza la discarica tossico e cancerogena”; “le perdite di acqua sono state ridotte del 90%”; “con 40 pozzi di barriera idraulica la falda sotterranea è in sicurezza”; “abbiamo speso 20 milioni per l’ambiente” speso? “vabbè, stanziato, da spendere”. Sullo sfondo gli altri protagonisti: Fabio Novelli, Dario Bolognesi, Marco Colatarci, Luca Santamaria, Guido Rondoletto, Giorgio Canti, Bruno Parodi, Francesco Boncoraglio, Luigi Guarracino, Chiara Cataruzza, Giorgio Carimati, Marco Martinelli, Paolo Bessone, Patrizia Macone, Lorenzo Repetto, Valeria Giunta, CGIL, CISL, UIL.
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